Eugenio Bardzki, tra Sardegna e sogno

Pittore, scultore, disegnatore, grafico e illustratore romano (1908-2009), è da annoverare tra i più grandi artisti italiani di pittura fantastica del XX secolo, prima dell'avvento della tecnologia digitale. In maniera originale Bardzki si ispirò ai grandi pittori del passato (quali Turner, Blake, Füssli, Puvis de Chavannes, Klinger, Böcklin, Kubin o Magritte) creando personalissimi mondi, intrisi di mitologia classica, saghe nordiche e avventure medioevali. Un sogno quasi sempre malinconico e struggente, che sottolinea il senso di perdita di una vagheggiata condizione ideale, la decadenza ineluttabile dello splendore. Parallelamente alla pittura fantastica, Bardzki conduce una propria ricerca nel campo della pittura di paesaggio, trovando ispirazione nella natura sfolgorante del nord Sardegna, nella città di Roma e nei paesaggi del Centro Italia. Qui la tecnica e il gusto per gli acquerelli sembrano fare stretto riferimento alla grande stagione paesaggistica inglese dell'Ottocento (quella di Constable, Turner e Burne-Jones), in cui l'aspetto documentario si intreccia con un'inquietudine tipicamente romantica.